venerdì

Equilibrio mondiale e acidi vari

Aldous Huxley ha sbagliato le sue previsioni. Prendeva LSD e acidi vari negli anni quaranta, ok, direte voi, non dev’essere stato poi così lucido. Il cazzo di scrittore neo-freak e psichedelico ci è andato vicino, però, solo non ha considerato che noi tristi scimmiotte amiamo la nostra vita. Un poco più di quanto disprezziamo quella degli altri. E così niente autodistruzione, per ora. Niente cosa. Niente regno del Signore dei tafani. Almeno, non per tutti, non ufficiale, non in mainstream.
Dopo la grande guerra l’umanità aveva talmente paura di se stessa da imporsi la finzione di essere diversa. E qui la tua veggenza in parte cade, Aldous. In parte, perché la gente viene sterminata ugualmente, somewhere. Le aberrazioni genetiche spopolano, ma sono mascherate di scientismo. I massacri continuano imperterriti, ma hanno altri nomi, più paciosi e condivisibili. Gli ignavi si mascherano da pacifisti, eccheccazzo. L’odio è stato abolito dalla dialettica, sostituito dalla differenza di vedute. Le vite umane non hanno alcun valore, ovviamente, ma appena qualcuno lo dice viene sommerso di indignazione. Ecco, vecchio freak, siamo sommersi di indignazione, di risoluzioni Onu, di dichiarazioni distensive, di campagne di solidarietà, di revisionismo storico.
Ci hanno convinto che Hitler era solo un pazzo, Hiroshima un tremendo errore, la guerra fredda un abbaglio, i campi di sterminio e i gulag soltanto un annebbiamento dell’human kindness. E ci hanno sepolto di indignazione. Nessuno ammette che NOI eravamo quelli, tutti noi, il popolo tedesco, il popolo russo, chi uccideva in divisa e chi dalle montagne, siamo tutti quelli. Huxley ci aveva preso, ma per sopravvivere è meglio far finta di niente no. È stato meglio incartarsi in statuti di cooperazione, travestirsi da comunità e dedicarsi al commercio. La dialettica lo nega, la gente non ne parla, i politici fanno finta di niente e si incontrano in inutili meeting di retorica, eppure è evidente che l’equilibrio mondiale si basa soltanto sulla consapevolezza che, distruggendo, si verrebbe probabilmente distrutti. Per questo tutti vogliono l'atomica, è il solo patto, la sola garanzia internazionale alla sopravvivenza. Tutto qui. Niente accordi bilaterali da dare in paso a giornalisti in orgasmo, niente Onu, niente rispetto.
Aldous Huxley aveva ragione, ma la paura ha fatto rivestire di gomma il nostro odio. Perché, da buone scimmiotte, badiamo principalmente alla banana delle sette emmezza.

Indy

martedì

Preservativi

Non sporcarti. Non mangiare troppo fritto o troppo salato. Svegliati presto, laureati presto, lavora presto e vai in pensione presto. Non ingrassare. Non essere troppo onanista. Non bere se non il vino rosso a pranzo e il nocino la domenica. Non essere dipendente da nulla ma guardati dall’essere troppo indipendente. Non seguire mai il tuo istinto, non giocare a fare l’eccentrico. Se la maggioranza ha buon gusto è perché il loro gusto è buono. Non mettere a repentaglio l’onorato nome della famiglia. Ma sii te stesso, nel limite che va da x a più infinito. Non deludere. Inquadra pressappoco ciò che è figlio del tuo tempo e rifuggilo perché dicono che ti è stato imposto. Prima di un qualsiasi gesto resta un po’ sul divano, pensa fino a che punto sei un artista fino a che punto stai rimanendo un bambino. Poi, dissipa rapidamente i dubbi e per non correre il rischio di sbagliare resta sul divano. O inizia a produrre. Ma fallo con sistematicità. Inizia ad essere pulito, dentro, che un giorno ti servirà. Rincorri le tappe a velocità costante. Non sprecare tempo e non sprecare te stesso. Preservati. Che il bello viene dopo.

Cheat Dressink

lunedì

Postumi nella notte

ho fatto un pezzo in tangenziale solo che non l'ho finito.
perchè ho imbrattato la mia maglieta bordeaux di giallo dio santo mia madre mi aveva fatto i complimenti e mi aveva dettoo che era proprio bella ma ora è macchiata di gialllo e non so come cazzo fare.
allora vendo all'asta la mia maglietta intinta di giallo per potermene comprare una nuova.
dunque stavamo bevendo in allegria il brandy dello stanzino e iil vino che aveva portato la daly, io e romy quando finisce il bere e andiamo al pub dove io prendo un tacchino selvaggio e lui una birra e un limoncino.
poi tutto ad un tratto mi trovo ai centoquaranta verso rreggio con l'intento di vergare il mio segno dove capita.
Allora intingolo di giallo le pareti verdi dei divisori della tang. maquelle sono bombolette che vanno male allora un quarto dio santo mi finisce sulla maglietta bella e col resto non finisco l'outline.
non faccio nemmeno il lineover perchè il muthafuka nero non ce ne è uno stracazzo allora con tutte le macchine che mi abbagliano e non so che fare torno ai centoquaranta all'ora a casa a scrivere le mie avventure.

rhiot centoyeah

venerdì

Illuminazione

Il fatto che nessuno scieglierebbe di stare appositamente dalla parte del torto dimostra certamente che noi abbiamo ragione.

Mr.Cheat

giovedì

Unemployment's polite defence

- Il senso di estraniazione dall’io di chi lavora è generalmente inevitabile e nasce dal presunto bisogno nei confronti della struttura. Un esempio: l’uomo primitivo deve mangiare, allora va al fiume pesca una trota e se la mangia. E non si sente alienato. Oggi la maggior parte dei lettori per sfamarsi applica un’azione indiretta; cioè va a lavorare per avere i soldi con cui comprare trota al cartoccio. L’alienazione non è tuttavia dovuta al mero artifizio indiretto, che è ciò che ci fa dare punti al regno animale, quanto dalla sua incontrollabilità. La contorsione sta in buona parte nel surplus di guadagno, cioè da quella parte della busta paga che rimane dopo essersi nutriti. Questo surplus introduce l’eventualità che l’azione indiretta non sia solo destinata a garantire nutrimento ma che dia anche la possibilità di sentirsi realizzati. Parto dal presupposto la società si proponga di aumentarlo e di estenderlo nel tempo. La struttura occidentale liberale funziona lasciando agli individui una grande libertà nella decisione su come spendere il proprio sovraguadagno. Negli USA la riduzione al minimo dello stato sociale ne rappresenta un ottimo esempio.
Tuttavia, a meno che non si faccia un’attività gratificante al 100% ogni momento delle otto ore, nel lavoratore sorgerà prima o poi la domanda: “PERCHE’?”. Di primo acchito probabilmente gli verranno in mente la casa accogliente, l’educazione dei figli, le vacanze al mare eccetera.
Allora, se mantiene un minimo di onestà verso se stesso, nel lavorante nascerà la seconda domanda. “ma ne vale davvero la pena?” - fatta un po’ più in sordina dell’altra perché si stanno toccando valori sacri- ma pungente lo stesso. Perché si sa anche la risposta, che è un secco NO.
La struttura per sopravvivere deve in qualche modo riprendersi il surplus concesso e dà a chi lavora un immenso campo di scelta attraverso cui restituirlo: farsi le canne, avere una famiglia, andare al cinema, uscire al bar con amici. Si può dire che la società tenda involontariamente a regolare se stessa attraverso la convinzione che essa dia le possibilità per sentirsi realizzati. Ciò non è necessariamente male ma è molto rischioso. La parte negativa sta nel fatto che nessuno otterrà mai la propria realizzazione attraverso un’estrazione dal cilindro magico del plusguadagno. Il motivo di fondo è che l’autorealizzazione non prevede di essere confinata nei ritagli post lavoro bensì richiede di essere totalizzante. Il che è incompatibile con le otto ore lavorative, se non fate il lavoro per cui vi sentite nati.-

Mister banana ricoperta al cacao

venerdì

Documento molluscoidale

In quanto molluschi dotati di forte senso dell’ironia nonché di spropositati e pulsanti falli, è evidente che siamo frutto del diletto di eccelse fantasie. All’interno di Non Necessariamente coabitiamo con poeti, bambole gonfiabili, graffitari, fumettisti, suonatori, pensatori, teologi e una buona dose di cadaveri, nella ristretta follia di un progetto che ci vede a nostro discapito attori ignari delle finalità e a totale insaputa degli ipotetici obbiettivi.
Nutriamo sentiti dubbi sull’entità di tali aspettative e sul fatto che Non Necessariamente sia realmente un progetto, ma nonostante ciò siamo onorati e ben felici di rappresentare uno dei tanti frutti della perversione artistica dei nostri creatori.
In quanto rilegati in questo blog e essendoci concessa come unica via d’uscita qualche apparizione letteraria o qualche figurazione iconica, siamo e saremo sempre ignari riguardo l’entità dei nostri inventori in quella dimensione che sentiamo essere additata come “realtà”.


Divisione amministrativa del comitato autogestito dei personaggi, sezione molluschi

mercoledì

Good Bye Quincey

Il mio amico Quincey Morris è morto.
L’ho ucciso io.
Il povero Quincey non era più lui con quel gatto da appartamento che gli otturava l’intestino.
Aveva iniziato dicendo che voleva accostarsi al progetto radical clean e per convincermi che non scherzava si era fatto infilare quel gatto da sua madre. Povera famiglia, ho dovuto ammazzare anche lei.
Era la più radical tra i due, addirittura aveva smesso di respirare. Che donna. Che ideali.
Lei aveva ingullato la pianta del basilico, che le copriva la vista mentre china su suo figlio gli incastrava Matisse tra le budella. Tutto questo per non liquamare o flatulenzare l’appartamento dopo la cena alla carbonara.
Li ho uccisi ma non devo giustificarmi perché per essere dei cinici a tutti i costi oggi si usa fare così.
Comunque è stato perché erano due mine vaganti, prima o poi avrebbero iniziato a perdere pezzi di rifiuti intestinali da qualche buco e avrebbero distrutto il lavoro di anni sul mio monolocale asettico.
Per cui li ho incanalati nell’inceneritore.
Soprattutto perché detesto chi inizia ma non sa se finisce le cose.
Invece io, che tuttavia sono per la libertà di espressione, ho deciso coerentemente con mia moglie di incelofanarmi con lei in una fotografia di amore eterno, avvolti nello stringente e sicuro abbraccio di 4metri di Cuki.

Rhiot 139

domenica

Tamagotchi

su internet gli eppident dice credono di poter condividere le loro idee solo perché papa votila aveva fatto il suo sito.
altri tuttavia qualche eppident inneggiano a buwcosci e pensano di meritare la palma d’oro.
come se dicono fosse interessante ciò. o per altri tristident arrabbiati arrabbiati come fosse importante che si dicano cose interessanti. insomma evviva il prolisso .tutti i libri avete letto è perché vi hanno detto erano fichi.tutti i film che provate pure.loro ,ehi, quasi peggio a cercare i canoni qui e là, ma ora non più.nice o altri non ricordo hanno fatto strage di canoni e orfani girano con coltelli assassinandomi di arte e oltre e bravo e fico e fica e appol pai e cevriolet e commiunity scambiodiopinioni. Insomma con i uaild di turno che pensano loro che diventano più fichi. le prospettive? ridursi al catalogare misero le ognuno esperienze senza filtro di critici più o meno cazzosi o al cancellare impune lo strascico valido che credete lasciare all’epoca della massificazione artistica.evviva endi uarol e la sua popart tutti possono fare.

Audrey Hepburn

venerdì

F

Imparo ad apprezzare ciò che il senso comune cataloga alla lettera F.
Accarezzo la bellezza di un eventuale gesto estremo che la gente chiama F, eppure non ha nulla a che vedere con gli errori o la viltà.

Dissipare è F.
Non progettare è F.
Ritrovarsi con nulla è F.
Scoprire oggetti inanimati come unici affetti è F.
Bere è un F.
Sprecare potenzialità: F.

Dipende tutto dal nostro sguardo, se è puntato sul percorso o sulla meta.
Quanto può essere migliore di ogni impervio e tardivo successo la folle corsa verso F?

Evian