Se un personaggio inizia a parlare i casi sono tre:
o è una ribellione.
o vi siete dimenticati di mettere il sale
Mr Cheat, Teddy e l’irlandese sono molluschi (potrebbero essercene altri) Ma è già un vantaggio rispetto alle firme private di corporeità
Taluni protagonisti di un videogioco di guerra fra vermi farebbero meglio
Indy è inattaccabile
Coloro che dispongono di una vita indipendente dai tasti la stanno sprecando su certilibriocertedonne certicoloriappiccicosiocertebugiepericolose
perpklessipktà
Tra parentesi: troppi pesci osservano asetticamente dai loro mari-sono oggettivi come Balzac’o’Lati
o nel mondo innecessario ci si conosce tutti e tutti si parla in modo gratuito.
LE NOSTRE RICHIESTE:
-un copione
-un corpo
-una donna (ma non Monady Girl di lunedì, rischio strage)
-anche due donne
-una barriera corallina
-planton
-privacy rispetto a certi pesci
-droga
-decreti di inattaccabilità da parte del pubblico (solo per chi li desidera)
-salari minimi
-cassetti di luci fucsia per tutti
-possibilità di scegliere come meglio gestire le nostre apparizioni e che ci venga concessa sempre una valida uscita di scena
-donne
Comitato autogestito dei personaggi
mercoledì
Tutta pianura
Mio bis-nonno diceva sempre: “…Mah”
Alla mattina, quando prendevo la bici per andare alle elementari lo sentivo concedersi la sua riflessione mattutina dalla finestra: “Mah…”
Certe volte lo ritrovavo in mezzo alle macchine da lavoro, mentre intorno a lui tutto era dinamico. Sbatteva il bastone per terra, si aggiustava il cappello e, senza guardare in faccia nessuno: “MAH”
Mio bis-nonno diceva sempre “…Mah”
E credo che avesse ragione.
Monady Girl
Alla mattina, quando prendevo la bici per andare alle elementari lo sentivo concedersi la sua riflessione mattutina dalla finestra: “Mah…”
Certe volte lo ritrovavo in mezzo alle macchine da lavoro, mentre intorno a lui tutto era dinamico. Sbatteva il bastone per terra, si aggiustava il cappello e, senza guardare in faccia nessuno: “MAH”
Mio bis-nonno diceva sempre “…Mah”
E credo che avesse ragione.
Monady Girl
Tempi moderni
-Fred va a convivere con la tipa.
- ...
Fred si lascia prendere dalla smania di uscire di casa e di poter andare tutte le sere a letto con Bessy, poi magari tempo tre mesi e si fanno le corna a vicenda
...
fate tutto senza capirne l'importanza, in modo da far diventare subito banali anche le esperienze più passami le melanzane.
-dove sono?
-in frigo, stasera preparo il piatto preferito di tuo padre.
Faser Lioton
- ...
Fred si lascia prendere dalla smania di uscire di casa e di poter andare tutte le sere a letto con Bessy, poi magari tempo tre mesi e si fanno le corna a vicenda
...
fate tutto senza capirne l'importanza, in modo da far diventare subito banali anche le esperienze più passami le melanzane.
-dove sono?
-in frigo, stasera preparo il piatto preferito di tuo padre.
Faser Lioton
lunedì
On blogging
Ieri stavo visitando alcuni blog perchè Indy mi aveva detto che girandoli si trovano spesso cose molto hard. Purtoppo mi stanco prima di arrivare a risultati significativi e me ne esco a zonzo incontrando la ragazza più bella della settimana, alla quale non risparmio il mio savoir faire italo-argentino.
Stavamo giusto entrando in confidenza quando lei con tutta la naturalezza di questo mondo mi dice che deve assolutamente scappare, ma che se voglio posso visitare il suo blog e magari lasciare qualche commento per conoscerci meglio. Sul momento le ho fatto un ottimo sorriso di convenienza, ma il problema è che sono una frana nello scrivere.
Chissà se il suo è uno di quelli.
Killer Toad
Stavamo giusto entrando in confidenza quando lei con tutta la naturalezza di questo mondo mi dice che deve assolutamente scappare, ma che se voglio posso visitare il suo blog e magari lasciare qualche commento per conoscerci meglio. Sul momento le ho fatto un ottimo sorriso di convenienza, ma il problema è che sono una frana nello scrivere.
Chissà se il suo è uno di quelli.
Killer Toad
mercoledì
Knowledge marina
“Heey Cheat, ho stdiatoapppprfnditameente tuttte le dotttrineppòlitiche”
“Bene”
“M sono infrmaato slle pìùùgrandi flosfiieoccdentaaali”
“Si?”
“M poi nnmbstaava, così holletttolcornaano e pureBdda”
“Mi fa piacere Teddy, mi fa piacere”
“Csì quandpparliamo sonoanchenformaaat sui fatti e pssodire cosepppiù fondaaate”
“Naaa…così blocchi il dibattito.”
“PerchèèèdicicosììCheat?”
“Le idee radiose non hanno bisogno di conoscere i fatti. Solo i molluschi ordinari sprecano tempo a parlare di ciò che sanno…”
“…?”
“I molluschi audaci parlano a vanvera”
Pesce numero 6 del quinto mare
“Bene”
“M sono infrmaato slle pìùùgrandi flosfiieoccdentaaali”
“Si?”
“M poi nnmbstaava, così holletttolcornaano e pureBdda”
“Mi fa piacere Teddy, mi fa piacere”
“Csì quandpparliamo sonoanchenformaaat sui fatti e pssodire cosepppiù fondaaate”
“Naaa…così blocchi il dibattito.”
“PerchèèèdicicosììCheat?”
“Le idee radiose non hanno bisogno di conoscere i fatti. Solo i molluschi ordinari sprecano tempo a parlare di ciò che sanno…”
“…?”
“I molluschi audaci parlano a vanvera”
Pesce numero 6 del quinto mare
lunedì
Un nuovo capitolo della saga "Teddy e il suo amico irlandese"
I due, rinchiusi nel cassetto dalle luci fucsia, hanno preso ad analizzare i curiosi avvenimenti del mondo sommerso; un filo diretto con la loro aragosta di quartiere permette a Teddy di scoprire che esistono leggi fisse alle quali sembra che molti esseri non divini siano sottomessi.
L'amico irlandese rimane perplesso di fronte a tanta libidine intellettuale e nel tentativo di farsi spiegare ad alta velocità le possibilità nascoste sbanda, schizzando Teddy fuori dell'abitacolo.
Quegli, nel frattempo, stava rendendo grazie a Dio per le qualità superiori di mollusco concessegli, quando addirittura riceve la grazia di sperimentare sulla sua testa il doloroso frangersi del fucsia fucsia fucsia: precipitando in un sinistro patatapatra si compiace nel considerarne le valenze nascoste ai più, non illuminati da schegge di fucsia fucsia piantate nelle cervella.
Così, guardando con invidia l'amico contorcersi in una pozza di sangue/verifiche empiriche, il compare irlandese opina di scattargli delle foto per ricordare gli eccelsi momenti di trance gnostica da quello passati.
Rhiot 139
L'amico irlandese rimane perplesso di fronte a tanta libidine intellettuale e nel tentativo di farsi spiegare ad alta velocità le possibilità nascoste sbanda, schizzando Teddy fuori dell'abitacolo.
Quegli, nel frattempo, stava rendendo grazie a Dio per le qualità superiori di mollusco concessegli, quando addirittura riceve la grazia di sperimentare sulla sua testa il doloroso frangersi del fucsia fucsia fucsia: precipitando in un sinistro patatapatra si compiace nel considerarne le valenze nascoste ai più, non illuminati da schegge di fucsia fucsia piantate nelle cervella.
Così, guardando con invidia l'amico contorcersi in una pozza di sangue/verifiche empiriche, il compare irlandese opina di scattargli delle foto per ricordare gli eccelsi momenti di trance gnostica da quello passati.
Rhiot 139
Ascelle di libertà
I primi d’Aprile mio zio Killer Toad (Toad per gli amici) superava la soglia dei quaranta. Una grande festa alla sera, puttane a rotazione per tutti gli invitati maggiorenni e sua moglie a stuzzicare manualmente i minorenni arrapati, fra una lacrima e un gelato. Una grande festa a cui io, non fosse per le puttane, non avrei mai voluto partecipare: Toad è disumano, un pedofilo bavoso, un trafficante d’armi e di organi cinesi, un evasore fiscale filo-mafioso, arrogante, supponente, violento, razzista e addirittura berlusconiano.
Avendo BISOGNO di consumare un po’ di sano su e giù gratuito, per partecipare alla festa mi trovai costretto a compare un regalo, così decisi di andare sul sicuro: un libro dal titolo accattivante che probabilmente Toad non avrebbe mai letto ma che avrebbe alzato le mie quotazioni ai suoi occhi, proiettandomi verso la solita morettina tettona. L’opera a cui pensai, viste le tendenze politiche di mio zio, fu “Il libro nero del comunismo italiano”.
Entrai alla Feltrinelli, la libre più fornita di Parma, quella dove ero riuscito a trovare i manifesti surrealisti e Dada, i libri sul punk e sui Clash, Erofeev, l’unica opera di Neil Cassady, una raccolta di lettere di Jacques Vaché e altre opere che mancavano dai cataloghi di tutte le altre libre, e subito mi lanciai verso l’enorme scaffale di politologia.
Avendo fretta, interrogai la commessa. Avevano solo Il libro nero del comunismo europeo. Lo presi, lo aprii, c’erano circa venti pagine riguardanti l’Italia, e parlavano di vicende troppo datate perché Toad potesse capirle. In quel momento vidi le ondeggianti tette della morettina allontanarsi verso altri parenti, verso regali migliori, e mi venne voglia di arrabbiarmi.
Caparbiamente chiesi alla sorridente commessa se non potesse trovarmi un libro che inveisse contro il centrosinistra italiano. Il suo volto si irrigidì e divenne schiva, poi mi guardò meglio: avevo i capelli lunghi e trasandati, una lunga sacca sulle spalle e gli occhi troppo svegli per stare dalla parte sbagliata. Le sorrisi, è un regalo per un cretino, le dissi. Omettendo il pensiero ossessivo dei due capezzoli ardenti della morettina.
La commessa, tornata cordiale, iniziò a cercare nell’enorme scaffale di politologia. Cercò, cercò, c’erano almeno venti libri incentrati sul cavalier Berlusconi e altrettanti sul professor Prodi, ma nessuno che avesse le caratteristiche da me richieste. Si oscillava da “Le Bugie di Berlusconi: rimandiamoli a casa” a “Travaglio e Prodi: salviamo l’Italia”.
La commessa mi apparve perplessa. Io stesso ero perplesso: la guardai. Quindi… Quindi non ne hanno scritti, di libri così, le chiesi. Lei scosse le spalle, evidentemente no, ma certo non c’era nulla di male. Certo, pensai, a parte la morettina.
Alla festa ci sono andato, con una cravatta. Toad l’ha gettata sul divano senza interesse e, al momento della divisione delle puttane, mi sono ritrovato con Jenny delle Spelonche, la cicciona. Ho chiuso gli occhi, maledicendo il MINCULPOP, consegnandomi ad un vomitoso rapporto orale, perdendo la teorica libertà culturale fra i peli delle sue ascelle sudate.
Kopa Tropa
Avendo BISOGNO di consumare un po’ di sano su e giù gratuito, per partecipare alla festa mi trovai costretto a compare un regalo, così decisi di andare sul sicuro: un libro dal titolo accattivante che probabilmente Toad non avrebbe mai letto ma che avrebbe alzato le mie quotazioni ai suoi occhi, proiettandomi verso la solita morettina tettona. L’opera a cui pensai, viste le tendenze politiche di mio zio, fu “Il libro nero del comunismo italiano”.
Entrai alla Feltrinelli, la libre più fornita di Parma, quella dove ero riuscito a trovare i manifesti surrealisti e Dada, i libri sul punk e sui Clash, Erofeev, l’unica opera di Neil Cassady, una raccolta di lettere di Jacques Vaché e altre opere che mancavano dai cataloghi di tutte le altre libre, e subito mi lanciai verso l’enorme scaffale di politologia.
Avendo fretta, interrogai la commessa. Avevano solo Il libro nero del comunismo europeo. Lo presi, lo aprii, c’erano circa venti pagine riguardanti l’Italia, e parlavano di vicende troppo datate perché Toad potesse capirle. In quel momento vidi le ondeggianti tette della morettina allontanarsi verso altri parenti, verso regali migliori, e mi venne voglia di arrabbiarmi.
Caparbiamente chiesi alla sorridente commessa se non potesse trovarmi un libro che inveisse contro il centrosinistra italiano. Il suo volto si irrigidì e divenne schiva, poi mi guardò meglio: avevo i capelli lunghi e trasandati, una lunga sacca sulle spalle e gli occhi troppo svegli per stare dalla parte sbagliata. Le sorrisi, è un regalo per un cretino, le dissi. Omettendo il pensiero ossessivo dei due capezzoli ardenti della morettina.
La commessa, tornata cordiale, iniziò a cercare nell’enorme scaffale di politologia. Cercò, cercò, c’erano almeno venti libri incentrati sul cavalier Berlusconi e altrettanti sul professor Prodi, ma nessuno che avesse le caratteristiche da me richieste. Si oscillava da “Le Bugie di Berlusconi: rimandiamoli a casa” a “Travaglio e Prodi: salviamo l’Italia”.
La commessa mi apparve perplessa. Io stesso ero perplesso: la guardai. Quindi… Quindi non ne hanno scritti, di libri così, le chiesi. Lei scosse le spalle, evidentemente no, ma certo non c’era nulla di male. Certo, pensai, a parte la morettina.
Alla festa ci sono andato, con una cravatta. Toad l’ha gettata sul divano senza interesse e, al momento della divisione delle puttane, mi sono ritrovato con Jenny delle Spelonche, la cicciona. Ho chiuso gli occhi, maledicendo il MINCULPOP, consegnandomi ad un vomitoso rapporto orale, perdendo la teorica libertà culturale fra i peli delle sue ascelle sudate.
Kopa Tropa
mercoledì
Lettera al signor Pretesto
Spesso lei è così gonfio ammiccante appiccicato ai miei dubbi che, non tradendo l’angoscia col sorriso, mi lascio rapidamente ingannare.
“Hai bisogno di essere salvato, pare”
“Ma…”
L’avida seduzione di un desiderio non mio.
“Ma?”
“Che tipo di libertà è mai questa?”
Lanterne lanterne lanterne, cercate la mia volontà agonizzante nelle campagne notturne, assassinata dai Pretesti.
Ninfa della nafta
“Hai bisogno di essere salvato, pare”
“Ma…”
L’avida seduzione di un desiderio non mio.
“Ma?”
“Che tipo di libertà è mai questa?”
Lanterne lanterne lanterne, cercate la mia volontà agonizzante nelle campagne notturne, assassinata dai Pretesti.
Ninfa della nafta
Bessy
-Mamma mi scappa la pp
-Bessy non sono tua madre
-Mamma mi compri il gellaato?
-…
Bessy teneva il muso perché Toad suo marito non voleva comprarle il gelato.
-Bessy, gesuccristo devi riprenderti. Ooooh Bessy.
Lei scoppiò a piangere ma Toad non ci fece caso. Le persone si voltavano a guardarli.
Stava pensando che farla prostituire da quando aveva compiuto sedici anni era stato un eccesso di ingordigia. E che lei si era sciolta la sua fiducia tra il palato e la lingua.
Faser Lioton
-Bessy non sono tua madre
-Mamma mi compri il gellaato?
-…
Bessy teneva il muso perché Toad suo marito non voleva comprarle il gelato.
-Bessy, gesuccristo devi riprenderti. Ooooh Bessy.
Lei scoppiò a piangere ma Toad non ci fece caso. Le persone si voltavano a guardarli.
Stava pensando che farla prostituire da quando aveva compiuto sedici anni era stato un eccesso di ingordigia. E che lei si era sciolta la sua fiducia tra il palato e la lingua.
Faser Lioton
martedì
Elogio dei truffatori
Non fatico a comprendere la sistematica condanna della genialità. È la ribellione degli stolti, la morale dei deboli la chiamerebbe qualcuno che mi è caro, è l’odiante invidia fucsia che nasce dalla mediocrità.
Mr Cheat
Mr Cheat
Undici anni a Wanna Marchi
I sacerdoti non hanno paura: sono secoli che chiedono soldi minacciando le fiamme dell'inferno... ma sono a posto col fisco.
Indy the snob
Indy the snob
Breve manifesto a difesa dei dubbi legislativi
L’usanza autoconservativa chiamata legge, benché sia indispensabile, lascia adito a dubbi che il pensiero, senza essere processato e incarcerato dalla divinazione di un mero contratto sociale, può indagare.
Perciò non rompetemi le palle se talvolta vi paio inopportuno.
Indy the snob
Perciò non rompetemi le palle se talvolta vi paio inopportuno.
Indy the snob
Statue
Garibaldi, da lassù, mi fece un cenno e mi distrasse. Mi ruppi il naso sul volto di bronzo del mio professore, divenuto un insigne filosofo.
Circumnavigando la sua pratica epidemica del bisturi, che alcuni chiamano saggezza, mi arrampicai su un altare di caduti ancora da cadere per cosa, vi era incisa una data da venire e io stavo sanguinando. Quando fui lassù il mio sguardo fu attirato da un fragore: un auto della polizia contro due scienziati di marmo, in mezzo a via della Repubblica. L’auto accartocciata, più del mio naso, divenne di marmo. I poliziotti soffocati dalla memoria altrui.
Ho smesso di stupirmi, professore, di analizzare. Penso solo al sapore del sangue e a cercare un dottore. Garibaldi, da lassù, mi annacqua con lacrime non è più la sua piazza. Su un piedistallo alto, alla destra, si è messo Mazzini. A sinistra una statua nameless per qualche patriota futuro.
Un nudo carnale accese desiderio, ma era troppo lontano di cosa fosse fatto. La tenni d’occhio indietreggiando, la mia schiena finì parata in un guanto di cera. Un enorme Buffon sdraiato in piazza Buffon con una biglia megafono di cori in una mano e me nell’altra.
Corsi in avanti ed inciampai in colori rinsecchiti, Bhiot139 o qualcosa del genere, un artista del passato, immaginai. A faccia a terra in un lago di sangue sentii la pioggia di targhe commemorative trafiggermi la schiena.
Corpi prigionieri di un bluetooth rallentato mi sfilavano attraverso in tutta la loro umanità. Nuove statue venivano erette, una sopra l’altra se lo spazio era finito. Il Vesuvio di onde radio allagava la moderna Pompei e i miei pensieri i tuoi bollivano senza coperchio inutile patrimonio di tutti.
Busti di premi nobel saldati sulla testa di Garibaldi. Libri e cd-rom di poesie, mai lette, germogliavano da terra, colmando di metallo i buchi fra le nostre idee. I muri delle case erano coperti da nomi di blogger ballerine e video-marmo. La mitologia moderna.
Ologrammi satellitari si aggiravano fra le statue come fantasmi, qualche uomo gridava coperto da sirene di panico, ma non potevamo più muoverci. Più starci.
Una targa-tv con inciso il mio nome divise la giugulare in due parti uguali e, mentre gli schizzi di sangue divenivano stelle di passioni dimenticate, la mia diapositiva unica realtà di una vita torbida campeggiò per un attimo sul volto di Garibaldi. Subito seguita dalla tua.
Louis Bronzo
Circumnavigando la sua pratica epidemica del bisturi, che alcuni chiamano saggezza, mi arrampicai su un altare di caduti ancora da cadere per cosa, vi era incisa una data da venire e io stavo sanguinando. Quando fui lassù il mio sguardo fu attirato da un fragore: un auto della polizia contro due scienziati di marmo, in mezzo a via della Repubblica. L’auto accartocciata, più del mio naso, divenne di marmo. I poliziotti soffocati dalla memoria altrui.
Ho smesso di stupirmi, professore, di analizzare. Penso solo al sapore del sangue e a cercare un dottore. Garibaldi, da lassù, mi annacqua con lacrime non è più la sua piazza. Su un piedistallo alto, alla destra, si è messo Mazzini. A sinistra una statua nameless per qualche patriota futuro.
Un nudo carnale accese desiderio, ma era troppo lontano di cosa fosse fatto. La tenni d’occhio indietreggiando, la mia schiena finì parata in un guanto di cera. Un enorme Buffon sdraiato in piazza Buffon con una biglia megafono di cori in una mano e me nell’altra.
Corsi in avanti ed inciampai in colori rinsecchiti, Bhiot139 o qualcosa del genere, un artista del passato, immaginai. A faccia a terra in un lago di sangue sentii la pioggia di targhe commemorative trafiggermi la schiena.
Corpi prigionieri di un bluetooth rallentato mi sfilavano attraverso in tutta la loro umanità. Nuove statue venivano erette, una sopra l’altra se lo spazio era finito. Il Vesuvio di onde radio allagava la moderna Pompei e i miei pensieri i tuoi bollivano senza coperchio inutile patrimonio di tutti.
Busti di premi nobel saldati sulla testa di Garibaldi. Libri e cd-rom di poesie, mai lette, germogliavano da terra, colmando di metallo i buchi fra le nostre idee. I muri delle case erano coperti da nomi di blogger ballerine e video-marmo. La mitologia moderna.
Ologrammi satellitari si aggiravano fra le statue come fantasmi, qualche uomo gridava coperto da sirene di panico, ma non potevamo più muoverci. Più starci.
Una targa-tv con inciso il mio nome divise la giugulare in due parti uguali e, mentre gli schizzi di sangue divenivano stelle di passioni dimenticate, la mia diapositiva unica realtà di una vita torbida campeggiò per un attimo sul volto di Garibaldi. Subito seguita dalla tua.
Louis Bronzo
lunedì
Le possibilità nascoste
Avete due possibilità.
Resettarlo o perdervi la pazienza tra (vani?) tentativi di salvarne il contenuto, geniale parto delle interminabili ore di fumosa attività cerebrale, che ora dondola sul filo dell’abissoftware. Quando fa la sua infelice comparsa la tediosa schermata blu, checché vogliate crederne, il meaning è quello: siete fottuti.
Per cui resettate.
Sacrificate con lo snap di un dito il vostro spirito intonso al dio donna del focolar-tower e lei vi ripagherà con la sensazione immortale di aver avuto tra i pulsanti l’Idea.
Per cui resettate.
Quincey Morris
Resettarlo o perdervi la pazienza tra (vani?) tentativi di salvarne il contenuto, geniale parto delle interminabili ore di fumosa attività cerebrale, che ora dondola sul filo dell’abissoftware. Quando fa la sua infelice comparsa la tediosa schermata blu, checché vogliate crederne, il meaning è quello: siete fottuti.
Per cui resettate.
Sacrificate con lo snap di un dito il vostro spirito intonso al dio donna del focolar-tower e lei vi ripagherà con la sensazione immortale di aver avuto tra i pulsanti l’Idea.
Per cui resettate.
Quincey Morris
Lettera all'Odio
Odio,
your coming is clear.
Odo odio oddio,
incapace di reagire
ti odio
ed è il mio viverti.
Senza te
impellenze impasticcerebbero
di creme nauseanti ma yo
le rigiro nell’acido che corrode
gratta sfrigola friggendo fzzzzz.
Il tuo sterminare freddo è la spinta
che da vita a ogni passo ulteriore.
Amaril de Balmaceda
your coming is clear.
Odo odio oddio,
incapace di reagire
ti odio
ed è il mio viverti.
Senza te
impellenze impasticcerebbero
di creme nauseanti ma yo
le rigiro nell’acido che corrode
gratta sfrigola friggendo fzzzzz.
Il tuo sterminare freddo è la spinta
che da vita a ogni passo ulteriore.
Amaril de Balmaceda
domenica
15% leggero
È sdraiato per terra che fissa il soffitto agitando le mani. Lo lascio sprofondare nella sua assuefazione di leggerezza, penso, cazzi suoi. Non ho mica bisogno della frivolezza, io.
Ma subito li vedo arrivare, i contrabbandieri di impegno. I piccoli untori di piccoli progetti distraenti. L’ordine coattivo del ripetere. Svegliati svegliati, stronzo svegliati. Gli dico. E lui continua a muovere le mani in aria. Ho bisogno di te, sussurro affogando la logica, sei pericoloso ti odio ho bisogno di te.
Si alza. Il suo soffio alticcio scaraventa tutti all’aria, poi torna a boccheggiare nei suoi adombramenti. Mi ha salvato di nuovo, il reietto, la piccola parte migliore di me.
Evian
Ma subito li vedo arrivare, i contrabbandieri di impegno. I piccoli untori di piccoli progetti distraenti. L’ordine coattivo del ripetere. Svegliati svegliati, stronzo svegliati. Gli dico. E lui continua a muovere le mani in aria. Ho bisogno di te, sussurro affogando la logica, sei pericoloso ti odio ho bisogno di te.
Si alza. Il suo soffio alticcio scaraventa tutti all’aria, poi torna a boccheggiare nei suoi adombramenti. Mi ha salvato di nuovo, il reietto, la piccola parte migliore di me.
Evian
sabato
Lettera a Giorgio Napolitano
Da quale malsano anfratto nasce il nostro culto della piattezza?
Chi ci ha iniziati alla venerazione sistematica della moderazione verbale?
La nostra brama di modernità tecnologica e la polverosa soggezione per la vecchiaia concettuale.
Fuoco mentale. Fuoco mentale. Fuoco mentale.
Vattene, sparisci, smaterializzati.
Non sei il mio presidente.
Indy the snob
Chi ci ha iniziati alla venerazione sistematica della moderazione verbale?
La nostra brama di modernità tecnologica e la polverosa soggezione per la vecchiaia concettuale.
Fuoco mentale. Fuoco mentale. Fuoco mentale.
Vattene, sparisci, smaterializzati.
Non sei il mio presidente.
Indy the snob
Baibie
Avevo appena comprato una di quelle bambole in offerta a $12.95 e stavo iniziando a chiedermi come si fa con tutto quell'odore di plastica bruciata se ti va di fare un po' di sano sadomasochismo incendiario, quando dalla porta del cesso esce mia moglie. Aveva un fondotinta talmente carico da far sfigurare l'elegante scena di me e Baibie, ormai con la testa completamente sgonfia, che stavamo raggiungendo vette inaudite di perversione chic.
"Andre, sta colando un occhio sul pavimento"
Sul parquè si stavano sviscerando i resti della fronte sinistra di Baibie che, a differenza di me sciagurato nella vista di quel fondotinta merda, sembrava non averci perso gusto e con l'altro occhio continuava ad ammiccare.
"Questa stronza mi aveva dato del finocchio. Diglielo Baibie"
Ma Baibie sembrava aver raggiunto una dimensione di estasi troppo oltre perchè qualcuno riuscisse a riportarla sui problemi effimeri della sua retina sparsa in lungo e in largo sul parquè.
"Come ti invidio Baibie"
Rhiot139
"Andre, sta colando un occhio sul pavimento"
Sul parquè si stavano sviscerando i resti della fronte sinistra di Baibie che, a differenza di me sciagurato nella vista di quel fondotinta merda, sembrava non averci perso gusto e con l'altro occhio continuava ad ammiccare.
"Questa stronza mi aveva dato del finocchio. Diglielo Baibie"
Ma Baibie sembrava aver raggiunto una dimensione di estasi troppo oltre perchè qualcuno riuscisse a riportarla sui problemi effimeri della sua retina sparsa in lungo e in largo sul parquè.
"Come ti invidio Baibie"
Rhiot139
venerdì
Ode a Jacques Vaché
Fra i caffè surrealisti di Parigi, una corda vibrante si tende per il tuo peso. Effimero tributo alla negazione, il ritratto che alcuni artisti tramandano di te, non ti commuove non ti importa.
Oh sconosciuto fantasma, non dovrei rievocarti: le memorie migliori, appese a corde non ancora scoperte, devono nascondersi nell’oblio.
Ma leggere di te, eroe ignorato della futilità, risveglia un conato di malinconia assopita dal trambusto.
Che stiamo facendo?
Che abbiam fatto?
Del nostro vago ardore brillano i templi di mattoni, edificati crollati ricostruiti con consolatoria operosità. Queste pietre questa pelle queste corde, unici spettatori di una gioia intravista e sfuggita.
Del nostro tempo più splendente non è restato nulla. Solo i cocci degli addii, alla rinfusa in un pavimento polveroso, conservano un ricordo di ciò che fummo, degli ardori che abbiamo bruciato sfiorando.
Evian
Oh sconosciuto fantasma, non dovrei rievocarti: le memorie migliori, appese a corde non ancora scoperte, devono nascondersi nell’oblio.
Ma leggere di te, eroe ignorato della futilità, risveglia un conato di malinconia assopita dal trambusto.
Che stiamo facendo?
Che abbiam fatto?
Del nostro vago ardore brillano i templi di mattoni, edificati crollati ricostruiti con consolatoria operosità. Queste pietre questa pelle queste corde, unici spettatori di una gioia intravista e sfuggita.
Del nostro tempo più splendente non è restato nulla. Solo i cocci degli addii, alla rinfusa in un pavimento polveroso, conservano un ricordo di ciò che fummo, degli ardori che abbiamo bruciato sfiorando.
Evian
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