Bene. Allora siamo tutti d'accordo.
Abbiamo raggiunto la nostra, tanto attesa integrità. Abbiamo, capito cosa non ci piace, e cosa invece ci sollazza. Abbiamo dei princìpi. Sì. Dei principi, non sono spaventato. Sono dei principi volutamente contro ma ce li abbiamo dei principi vero? veeeeerooooooo? Ecco, so definire ad esempio come si piegano le lenzuola e come si arrotola una sigaretta. Sappiamo insultare e scrivere cose gratuite. Ci piace rotolarci nelle nostre feci e continuare a guardare gli occhi delle persone riempirsi di lacrime per le nostre nonnecessariacazzate. Mi sento SUPERUOMO quando succede ancora. Dopotutto cerchiamo il nostro equilibrio: in un punto non meglio definito tra Oscar Wilde e Brad Pitt. Creando e distruggendo, ballonzolando tra qui e là un po' come capita un po con delle prevenzioni. Cocaina? Con un'idea, via. Ma dico quell'idea c'è però. E' così, li condividiamo dei punti. Tipo Alice che si fa sodomizzare in un motel. Tipo le nonne. Tutti hanno delle nonne che sfornano torte calde al sabato e gliene regalano i tre quarti non è vero? E' il cazzo di lavoro di nonna quello di sfornare delle cazzo di torte calde al sabato cazzo di mattina dopo che la sera noi ci siamo fatti sodomizzare in un motel SUR L' AUTOROUTE. Capiamo che dopo ci sentiremo delle puttanelle ma dico, LO CAPIAMO. Siamo fichi, siamo ripartitori delle spettacolarità che ci circondano da una vita. Sì credo che sia così.
Ester among the worms
giovedì
lunedì
Poesia di Natale
dammi quei gioielli Baston e non credere
che essere uno sciamano ti salverà.
tu scendi dalle stelle o re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
oddiosanto non avrei dovuto assumervi, per l’amor del cielo non fatemi del male almeno, VI PREGO.
stai zitto vecchio e tu, Baston, dammi quei cazzo di gioielli e non credere
che essere un cazzo di sciamano ti salverà.
o Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar, o Dio beato; ah, quanto ti costò l’avermi amato.
porca puttanta mi tocca fare una rapina con uno che prega Dio vestito da babbo natale SANTOCIELODELCAZZO non ti accorgi che la tua condizione di sciamano, se continui a mescolare la religione cattolica e i miti pagani, si insomma, perdi il fulcro perdi tutto Baston. E quei gioielli, dammeli, se non vuoi che t’ammazzi subito.
a te che sei del mondo il Creatore mancano panni e fuoco, o mio Signore.
aiuto aiuto. qualcuno mi aiu
pom pom.
hai ucciso il vecchio Baston, gli hai sparato in ognuno dei due occhi Baston, senti le sirene le senti ora? e il tuo essere sciamano non ci salverà.
Klaus, non ricordo l’ultima strofa. è un segno ho spezzato
dobbiamo scappare.
oh Dio ci costringi a sbagliare, ti proteggi.
dammi quei gioielli.
questa barba finta, queste poesie finte, questo cappello rosso finto e QUESTO DIO FINTO.
oh andiamocene ti prego Baston, ho paura.
tieni. tieni i gioielli. io non ricordo la strofa non ricordo la vocazione ho spezzato il sinolo oh mio Dio, non tornerà più. in quel cuore.
la polizia è qui fuori, scappiamo Baston.
questo Dio finto, questa umanità finta.
ma perché ti togli la barba, ti riconosceranno.
non avremo barba al cospetto di Dio, e nemmeno lui l’avrà.
fermi voi due.
pom pom.
jack london
che essere uno sciamano ti salverà.
tu scendi dalle stelle o re del cielo, e vieni in una grotta al freddo e al gelo.
oddiosanto non avrei dovuto assumervi, per l’amor del cielo non fatemi del male almeno, VI PREGO.
stai zitto vecchio e tu, Baston, dammi quei cazzo di gioielli e non credere
che essere un cazzo di sciamano ti salverà.
o Bambino mio divino, io ti vedo qui a tremar, o Dio beato; ah, quanto ti costò l’avermi amato.
porca puttanta mi tocca fare una rapina con uno che prega Dio vestito da babbo natale SANTOCIELODELCAZZO non ti accorgi che la tua condizione di sciamano, se continui a mescolare la religione cattolica e i miti pagani, si insomma, perdi il fulcro perdi tutto Baston. E quei gioielli, dammeli, se non vuoi che t’ammazzi subito.
a te che sei del mondo il Creatore mancano panni e fuoco, o mio Signore.
aiuto aiuto. qualcuno mi aiu
pom pom.
hai ucciso il vecchio Baston, gli hai sparato in ognuno dei due occhi Baston, senti le sirene le senti ora? e il tuo essere sciamano non ci salverà.
Klaus, non ricordo l’ultima strofa. è un segno ho spezzato
dobbiamo scappare.
oh Dio ci costringi a sbagliare, ti proteggi.
dammi quei gioielli.
questa barba finta, queste poesie finte, questo cappello rosso finto e QUESTO DIO FINTO.
oh andiamocene ti prego Baston, ho paura.
tieni. tieni i gioielli. io non ricordo la strofa non ricordo la vocazione ho spezzato il sinolo oh mio Dio, non tornerà più. in quel cuore.
la polizia è qui fuori, scappiamo Baston.
questo Dio finto, questa umanità finta.
ma perché ti togli la barba, ti riconosceranno.
non avremo barba al cospetto di Dio, e nemmeno lui l’avrà.
fermi voi due.
pom pom.
jack london
sabato
Violence
bisogno palpitante di trovare una catarsi al nostro fallimento.
vocine stridule che potrebbero annientarci, se solo le ascoltassimo, hanno bisogno di un fade out sufficientemente oleato perché possano scivolare fuori. come proiettili.
polvere da sparo, mischiata a velleità apatiche e tendenzialmente rimandatrici, addolcita dalla commiserazione delle persone care, un po’ di sale, coscienza che non raggiungeremo mai i nostri standard. che pure sono bassi.
mescolare bene ecco il proiettile l’arsenale.
trafiggerà un prossimo solo apparentemente innocente. che più pare innocente più è colpevole. più è ignaro più è colpevole. più è senza colpa più è colpevole.
colpevole di non sentirsi responsabile del proprio fallimento mentre noi lo siamo.
colpevole di essere ancora a credito mentre noi siamo in rosso.
ed eccola, verso di loro, purificatrice della nostra disperazione: la violenza.
picchiamo gli andicappati senza pietà violentiamo
bambine consenzienti ergiamoci
a carnefici accettiamo
di essere tutte vittime di necessaria immancabile purificatrice
violenza.
evillive
vocine stridule che potrebbero annientarci, se solo le ascoltassimo, hanno bisogno di un fade out sufficientemente oleato perché possano scivolare fuori. come proiettili.
polvere da sparo, mischiata a velleità apatiche e tendenzialmente rimandatrici, addolcita dalla commiserazione delle persone care, un po’ di sale, coscienza che non raggiungeremo mai i nostri standard. che pure sono bassi.
mescolare bene ecco il proiettile l’arsenale.
trafiggerà un prossimo solo apparentemente innocente. che più pare innocente più è colpevole. più è ignaro più è colpevole. più è senza colpa più è colpevole.
colpevole di non sentirsi responsabile del proprio fallimento mentre noi lo siamo.
colpevole di essere ancora a credito mentre noi siamo in rosso.
ed eccola, verso di loro, purificatrice della nostra disperazione: la violenza.
picchiamo gli andicappati senza pietà violentiamo
bambine consenzienti ergiamoci
a carnefici accettiamo
di essere tutte vittime di necessaria immancabile purificatrice
violenza.
evillive
Kick boxing talking
Sensazione di essere fraintesi.
Dubbio di non riuscire a spiegarsi.
Incomprensione.
Inferiorità evidente.
Profondo senso di inquietudine.
Si trasforma in desiderio di piangere.
Per non essere all’altezza.
Scappare scappare.
Tornare al riparo.
Animale braccato.
Cerchio alla testa.
Ipoglicemia.
Incapacità di ragionare.
Sensazione di peggiorare la situazione.
Momento dopo momento.
Spossatezza.
Parallela perdita di estetismo.
Coscienza fulminea della situazione.
Da espiare attraverso il dolore.
Autolesionismo.
Sangue.
Da nascondere per non farsi allontanare del tutto.
Nel mentre fare sì con la testa.
Riprendere controllo dei muscoli facciali.
Simulare attenzione.
Buttarla in calcio d’angolo.
Pregare una sconfitta dignitosa.
Ms. Understanding
Dubbio di non riuscire a spiegarsi.
Incomprensione.
Inferiorità evidente.
Profondo senso di inquietudine.
Si trasforma in desiderio di piangere.
Per non essere all’altezza.
Scappare scappare.
Tornare al riparo.
Animale braccato.
Cerchio alla testa.
Ipoglicemia.
Incapacità di ragionare.
Sensazione di peggiorare la situazione.
Momento dopo momento.
Spossatezza.
Parallela perdita di estetismo.
Coscienza fulminea della situazione.
Da espiare attraverso il dolore.
Autolesionismo.
Sangue.
Da nascondere per non farsi allontanare del tutto.
Nel mentre fare sì con la testa.
Riprendere controllo dei muscoli facciali.
Simulare attenzione.
Buttarla in calcio d’angolo.
Pregare una sconfitta dignitosa.
Ms. Understanding
venerdì
Lui aveva una marcia in più
Il dottore mi aveva consigliato di camminare su e giù per le scale.
Concentrando i miei pensieri solo su quell’azione però, contando i gradini per esempio. Li contavo in modo sequenziale, da uno a n, senza azzerare quando arrivavo in cima o dopo tot serie, nemmeno a fine giornata.
L’indomani riprendevo dalla cifra che avevo annotato la sera prima sul quadernone di pelle nera in fondo alla rampa.
All’inizio mi distraevo, dimenticavo i numeri, allora dovevo ripartire da capo in modo che a fine giornata non ci fossero errori. Errori grossolani che la gente avrebbe visto anche a colpo d’occhio.
Poi iniziai a riprendere controllo delle mie capacità, mi sentivo lucido, il cervello attento, lo sguardo veloce da un gradino all’altro, arrivavo a sera senza mai dubitare se avevo lasciato indietro il primo gradone dopo la svolta o se avevo contato due volte il primo in cima. Mi stavo riprendendo. Il primo giorno avevo segnato ventisettemilatrecentodue scalini ma dopo tre settimane riuscivo a farne quasi seimila in più. Le persone si crucciano di fronte ad una rampa di scale: arrivano a casa con qualche borsa della spesa e prendono l’ascensore credendosi troppo stanchi per affrontare una salita. Allora ingrassano e si ritrovano appresso chili di lardo che gli fanno odiare l’idea di alzare un piede per combattere i problemi della vita.
Io lo dicevo, era una questione di metodo. Di metodo, signori.
Ho imparato a camminare per settemilatrecentoquaranta scalini in più nello stesso identico tempo allenandomi a rimanere concentrato su quello che stavo facendo, ma senza il metodo di cui mi ero dotato non sarei arrivato a cento.
Ora ci tengo a che tutte le persone che stanno male quando vedono il loro ascensore rotto sappiano questa cosa. Che nella vita si può stare davvero meglio, vivere come vorremmo, detto da uno che ci è riuscito. Il segreto è far lavorare i glutei.
Rhiot 139
Concentrando i miei pensieri solo su quell’azione però, contando i gradini per esempio. Li contavo in modo sequenziale, da uno a n, senza azzerare quando arrivavo in cima o dopo tot serie, nemmeno a fine giornata.
L’indomani riprendevo dalla cifra che avevo annotato la sera prima sul quadernone di pelle nera in fondo alla rampa.
All’inizio mi distraevo, dimenticavo i numeri, allora dovevo ripartire da capo in modo che a fine giornata non ci fossero errori. Errori grossolani che la gente avrebbe visto anche a colpo d’occhio.
Poi iniziai a riprendere controllo delle mie capacità, mi sentivo lucido, il cervello attento, lo sguardo veloce da un gradino all’altro, arrivavo a sera senza mai dubitare se avevo lasciato indietro il primo gradone dopo la svolta o se avevo contato due volte il primo in cima. Mi stavo riprendendo. Il primo giorno avevo segnato ventisettemilatrecentodue scalini ma dopo tre settimane riuscivo a farne quasi seimila in più. Le persone si crucciano di fronte ad una rampa di scale: arrivano a casa con qualche borsa della spesa e prendono l’ascensore credendosi troppo stanchi per affrontare una salita. Allora ingrassano e si ritrovano appresso chili di lardo che gli fanno odiare l’idea di alzare un piede per combattere i problemi della vita.
Io lo dicevo, era una questione di metodo. Di metodo, signori.
Ho imparato a camminare per settemilatrecentoquaranta scalini in più nello stesso identico tempo allenandomi a rimanere concentrato su quello che stavo facendo, ma senza il metodo di cui mi ero dotato non sarei arrivato a cento.
Ora ci tengo a che tutte le persone che stanno male quando vedono il loro ascensore rotto sappiano questa cosa. Che nella vita si può stare davvero meglio, vivere come vorremmo, detto da uno che ci è riuscito. Il segreto è far lavorare i glutei.
Rhiot 139
lunedì
Phallephoria
Scroscio d’acqua.
“Allora Ontario, com’era la tipa?”
“Occhi azzurri. Stivali
“Ma che accostamento eh? Cosa c’entrano gli
“Faccia esperta. C’aveva quegli stivali in pelle. Da cavalla. Alta. Occhi azzurri e Jeans. Di Dolce e Gabbana. Fossette sopra il sedere. Faccia esperta”
“Quindi ti è andata bene?”
Continua lo scroscio d’acqua.
“Ci siamo seduti. Di fianco a lei
“Ma tu come hai fatto a vedere che
“L’ho visto dopo. Ci siamo seduti. Di fianco a lei. Senza parlare troppo. Cinque minuti, e il protagonista ero solo io. Guardavo dritto negli occhi azzurri. Faccia esperta”
“E lui?”
“Mi ha lasciato fare. Le ha tolto gli stivali e i Jeans. Di Dolce e Gabbana. Le ha detto qualcosa poi, mi ha lasciato fare”
Si chiude una doccia. Lo scroscio è dimezzato.
“Ora devo andare. Ma dimmi, e a te com’è andato il weekend?”
“Lo sai, sono sempre nella merda. A volte si puliscono, ma è sempre merda”
“Sto frocio! Il mio è un po’ timido. Ma almeno.”
Si chiude anche l’altra doccia. Lo spogliatoio si sta svuotando.
“è ora di tornare nelle mutande, alla prossima vecchio mio.”
“Beato te, Ontario.”
Aristotele idraulica
“Allora Ontario, com’era la tipa?”
“Occhi azzurri. Stivali
“Ma che accostamento eh? Cosa c’entrano gli
“Faccia esperta. C’aveva quegli stivali in pelle. Da cavalla. Alta. Occhi azzurri e Jeans. Di Dolce e Gabbana. Fossette sopra il sedere. Faccia esperta”
“Quindi ti è andata bene?”
Continua lo scroscio d’acqua.
“Ci siamo seduti. Di fianco a lei
“Ma tu come hai fatto a vedere che
“L’ho visto dopo. Ci siamo seduti. Di fianco a lei. Senza parlare troppo. Cinque minuti, e il protagonista ero solo io. Guardavo dritto negli occhi azzurri. Faccia esperta”
“E lui?”
“Mi ha lasciato fare. Le ha tolto gli stivali e i Jeans. Di Dolce e Gabbana. Le ha detto qualcosa poi, mi ha lasciato fare”
Si chiude una doccia. Lo scroscio è dimezzato.
“Ora devo andare. Ma dimmi, e a te com’è andato il weekend?”
“Lo sai, sono sempre nella merda. A volte si puliscono, ma è sempre merda”
“Sto frocio! Il mio è un po’ timido. Ma almeno.”
Si chiude anche l’altra doccia. Lo spogliatoio si sta svuotando.
“è ora di tornare nelle mutande, alla prossima vecchio mio.”
“Beato te, Ontario.”
Aristotele idraulica
giovedì
Mi porterai un fiore
più di una volta mi sono specchiato
sulle lastre di marmo freddo
invece di pregare
e ogni anno ho pensato quanti anni
avrebbe mio cugino se
non fosse terra
anche tu mi porterai un fiore
per scaldarmi in tua vece
e tenermi compagnia
fra i lumini di notte
mi porterai un fiore
lo metterai di fianco alle ghirlande
con la giusta cura,
e piangerai un po’.
Evian
sulle lastre di marmo freddo
invece di pregare
e ogni anno ho pensato quanti anni
avrebbe mio cugino se
non fosse terra
anche tu mi porterai un fiore
per scaldarmi in tua vece
e tenermi compagnia
fra i lumini di notte
mi porterai un fiore
lo metterai di fianco alle ghirlande
con la giusta cura,
e piangerai un po’.
Evian
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