mercoledì
Capitolo 1 "Oggi,la situazione"
Il lettore vorrà concedermi di fornire solo poche notizie chiare e precise su questo periodo della vita di Ermete(nome di pura fantasia).
Non è che le notizie non arriveranno,al contrario;ma forse ciò che egli vide a maggio dell'anno scorso è troppo nero per le tinte moderate che abbiamo cercato di conservare a queste pagine.
Beatrice,nome di fantasia attribuito dallo scrittore a LEI,
apparve a maggio.
La sua fisionomia sarebbe bastata da sola, a ispiragli una gioia eterna.
Era uno strano miscuglio di inquietudine e delusione.
Ermete otteneva scarsi risultati nei tentativi di rendere ipocriti i suoi gesti:egli cadde in momenti di disgusto e perfino di profondo scoraggiamento.
Non aveva successo.
Ermete Trismegisto
martedì
Ti ammazzo
Roberto dit :
io cmq continuo a scrivere in flusso di coscienza
Roberto dit :
cosa vuoi?
Roberto dit :
chi 6?
Roberto dit :
dove vai?
Roberto dit :
xké?
Roberto dit :
domande di cui non conosco la risposta
Roberto dit :
316
Roberto dit :
A milano
Roberto dit :
bianco e blu
Roberto dit :
risposte di cui non conosco la domanda
Roberto dit :
adesso devo andare a fare la doccia quindi sarebbe bello se rispondessi in un tempo ragionevole
Roberto dit :
ma so che non accadrà
Roberto dit :
cmq è un po' che non mi faccio la barba e mia madre si preoccupa e poi parla dei ponti di calatrava
Roberto dit :
che a me e mio padre non ce ne fraga niente
Roberto dit :
è stato un piacere parlare con me
Roberto dit :
ci sentiamo
Roberto dit :
accarezzo un po la tastiera
Roberto dit :
bye bye
Roberto dit :
se scrivo cosi non compare nessuna stupida animoticon
Marin Faliero
io cmq continuo a scrivere in flusso di coscienza
Roberto dit :
cosa vuoi?
Roberto dit :
chi 6?
Roberto dit :
dove vai?
Roberto dit :
xké?
Roberto dit :
domande di cui non conosco la risposta
Roberto dit :
316
Roberto dit :
A milano
Roberto dit :
bianco e blu
Roberto dit :
risposte di cui non conosco la domanda
Roberto dit :
adesso devo andare a fare la doccia quindi sarebbe bello se rispondessi in un tempo ragionevole
Roberto dit :
ma so che non accadrà
Roberto dit :
cmq è un po' che non mi faccio la barba e mia madre si preoccupa e poi parla dei ponti di calatrava
Roberto dit :
che a me e mio padre non ce ne fraga niente
Roberto dit :
è stato un piacere parlare con me
Roberto dit :
ci sentiamo
Roberto dit :
accarezzo un po la tastiera
Roberto dit :
bye bye
Roberto dit :
se scrivo cosi non compare nessuna stupida animoticon
Marin Faliero
sabato
Eyeliner
L’elefante bianco più trippone di Monaco degusta la sua ignoranza ignorandola. Lei, la sorella-troia è quella della famiglia che spicca per moralità. Dei tre. Il terzo è schiattato a quindic’anni accoltellato dalle radiazioni di un bambino di Cernobil. Non sapeva neanche come si scriveva Cernobil e gli ha detto russo di merda – questo qui c’aveva perso i genitori e ha dato di matto. Dei due, adesso, lei ha un po’ di senso di colpa per la vecchia. Le hanno tolto il guscio, alla tartaruga, facendola morta prima del tempo. Non sono gesti che lasciano l’anima asciutta e il fiato leggero. A meno che tu non sia un trippone alcolista che ha seppellito il cervello al posto del cuore. E il cuore se lo è fatto perché non riusciva a trovare niente di meglio. Dirk, per la precisione. Si chiama Dirk l’elefante di Monaco di Baviera. “Me ne fotto” dice alla sorella. Lei attacca a lavorare alle dieci e non si toglie i sudici fili dell’I-pod dalle orecchie rosse e sudate. Ascolta Love dei Cult e gli fa schifo. Calcola con cinismo che parlare con lui (o anche ascoltare i Cult) è un impiego del tempo meno utile che farsi chiavare dai vecchi. “Ma vuole tornare a casa.” Butta lì. “La morta?” domanda lui, preparandosi una striscia che giustificherà finalmente la presenza di una proboscide infilata in mezzo agli occhi. “Senti – aggiunge – è come se Napoleone bussasse alla porta di Chirrrrac.” Poi aggiusta la neve sullo specchio. Love. The Cult. Chinati. Te li ascolti i Warsaw? Non è che se li ascolti devi essere dark. Ma tutti i dark ascoltano i Warsaw. Non mi convince sta storia gli ho detto. Il chiodo nero ieri diceva così mentre lo guardavo fisso nelle costole. Non posso mettermi l’eyeliner spesso e nero se non ascolto i Warsaw. Ho un amico che li ascolta e si veste da freakettone, gli ho risposto mentendo con la mezza bocca vuota. Ma non è questo il punto, ha detto mentre godeva schifidamente. Non è una proprietà transitiva. E neanche l’essere una troia ti permette di fare la dark se non ascolti i Warsaw. Love. The Cult. È l’unico disco un po’ così che ho nell’ai-pod. Mi ha fatto sentire una bambina. Cos’è che sta dicendo sto coglione? Ah, politica. “Comunque c’è Sarkozzzi. Non Chirrrac. Trippone disinformato.” Gli risponde. Non ha più voglia di parlare con lui. Deve andare a edificarsi come quei mostri edilizi una cultura musicale per potersi vestire come le pare e stendere il bucato dell’eyeliner in libertà. Dirk aspira forte con quella proboscide. “È come se Napoleone resuscitasse e pretendesse di vivere i suoi ultimi giorni nell’impero francese. – sbraita – L’impero francese non esiste più. E a me non me ne sbatte un cazzo della vecchia. Lasciamola là a morire e a resussscitare tutte le volte che può.”
“Potevi aspettare a venderle la baracca per comprarti quel camion del cazzo.” Prova a farlo sentire in colpa. Niente. Nessuna risposta. Guarda le lancette nere saltellare avanti come un bambino alla corsa nei sacchi del catechismo. Quella più cicciona e lenta è la più inquietante. Allora che fa, Eyeliner-Evelyn? Butta il numero del ricovero nel sacco del rusco e va a rifarsi chiavare.
Mr.Hac
“Potevi aspettare a venderle la baracca per comprarti quel camion del cazzo.” Prova a farlo sentire in colpa. Niente. Nessuna risposta. Guarda le lancette nere saltellare avanti come un bambino alla corsa nei sacchi del catechismo. Quella più cicciona e lenta è la più inquietante. Allora che fa, Eyeliner-Evelyn? Butta il numero del ricovero nel sacco del rusco e va a rifarsi chiavare.
Mr.Hac
martedì
Kark Mode
Kark Mode si stappa una Moretti del cazzo che è depresso.
Va giù come la vocina coscienziosa dell’orologio che sembra ricordarglielo –ore su giorno –ore su settimana –ore su mese –ore su qualche unità di inutile misura inglese
Dipende assolutamente da quante ore dedichi al giorno. Da quanti secondi su minuto. Non sono quisquiglie, Kark Mode lo sa, lo intende con esattezza, e ciò lo fa ancora più incazzare.
Chissà se Steven Bent ci crede davvero, o lo sta soltanto prendendo in giro. Potrebbe essere, del resto non sta scritto da nessuna parte che lui, Kark Mode coglione qualunque nato in un luogo periferico bevitore ironico di Moretti ironiche, proprio lui sia così naturale e fedifrago nei confronti del concetto di rapporto –ore su vita. Non sta scritto da nessuna parte, Kark.
Eppure la gente si fa fregare e ci crede, che a lui importi veramente e stia facendo del suo meglio. O soltanto glielo fa sembrare, che ci crede. E invece l’ha capito, a Kark Mode, che è solo uno svogliato del cazzo. Ciò sarebbe un dannato problema, pensa riflesso nel vetro della Moretti. Ancora peggio che se chiudessero gli spacci di roba usata lercia e piena di fichissime tarme.
Numero verde. 800-1859.00 Dall’altra parte ci potrebbe essere una ragazzina che si innamorerebbe di lui, o di Steven Bent, o di Tyler Quine, o di tutti gli altri falliti che popolano l’universo delle poste italiane del cazzo. Lui è la mente, Kark Mode, La Mente. È così che dovrebbero chiamarlo. La Mente. Perché oltre ad avere idee per tutti è capace anche di mentire, e di fare giochetti linguistici di uno che ha studiato e sta sprecando il suo tempo a truffare gente già truffata dal tempo. Non ha alcun senso che le birre Moretti abbiano un numero verde. 800-1859.00 -chiamare una centralinista e dirgli che sei depresso, sei Kark Mode, sei La Mente.
Hai un talento eccezionale che marcisce su un accampamento pilota sulla luna del passato perché ti accontenti di dedicare un ora ogni giorno –per non scoprire che sono tutte cazzate. Kark Mode potrebbe gestire una nazione, La Mente, come gestisce il buio e i soldi vecchi di un ufficio postale e i suoi ministri falliti –cazzate.
Tutte le novità positive nascoste dietro agli angoli –sembra che siamo finiti in un mondo tondo, senza angoli di merda da cui spunta, che ne so, una bella bambina da pensare: quando sarà grande e io sarò vecchio e sposato, lei sarà la mia amante. Kark Mode, il geniale eroe di una banda di postini, con una moglie bella e innamorata, un appartamento in affitto in periferia e un’amante di 12 anni. E una Moretti di merda finita.
Adesso Kark Mode deve andare, ne stapperà un’altra in macchina che è depresso. Dicono sia bravo a parlare con i vecchi e ad accompagnarli allo sportello, dove Steven Bent, da dietro il vetro, gli fa credere ogni volta che lo adora, per la sua faccia tosta che studierai tutto il giorno per essere così naturale, e poi Tyler Quine incassa e divide –ore diviso giorni –minuti diviso ore –secondi diviso minuti.
Provate a farlo mentre eclissate dimenticati affanculo. È sempre uno zero virgola.
Va giù come la vocina coscienziosa dell’orologio che sembra ricordarglielo –ore su giorno –ore su settimana –ore su mese –ore su qualche unità di inutile misura inglese
Dipende assolutamente da quante ore dedichi al giorno. Da quanti secondi su minuto. Non sono quisquiglie, Kark Mode lo sa, lo intende con esattezza, e ciò lo fa ancora più incazzare.
Chissà se Steven Bent ci crede davvero, o lo sta soltanto prendendo in giro. Potrebbe essere, del resto non sta scritto da nessuna parte che lui, Kark Mode coglione qualunque nato in un luogo periferico bevitore ironico di Moretti ironiche, proprio lui sia così naturale e fedifrago nei confronti del concetto di rapporto –ore su vita. Non sta scritto da nessuna parte, Kark.
Eppure la gente si fa fregare e ci crede, che a lui importi veramente e stia facendo del suo meglio. O soltanto glielo fa sembrare, che ci crede. E invece l’ha capito, a Kark Mode, che è solo uno svogliato del cazzo. Ciò sarebbe un dannato problema, pensa riflesso nel vetro della Moretti. Ancora peggio che se chiudessero gli spacci di roba usata lercia e piena di fichissime tarme.
Numero verde. 800-1859.00 Dall’altra parte ci potrebbe essere una ragazzina che si innamorerebbe di lui, o di Steven Bent, o di Tyler Quine, o di tutti gli altri falliti che popolano l’universo delle poste italiane del cazzo. Lui è la mente, Kark Mode, La Mente. È così che dovrebbero chiamarlo. La Mente. Perché oltre ad avere idee per tutti è capace anche di mentire, e di fare giochetti linguistici di uno che ha studiato e sta sprecando il suo tempo a truffare gente già truffata dal tempo. Non ha alcun senso che le birre Moretti abbiano un numero verde. 800-1859.00 -chiamare una centralinista e dirgli che sei depresso, sei Kark Mode, sei La Mente.
Hai un talento eccezionale che marcisce su un accampamento pilota sulla luna del passato perché ti accontenti di dedicare un ora ogni giorno –per non scoprire che sono tutte cazzate. Kark Mode potrebbe gestire una nazione, La Mente, come gestisce il buio e i soldi vecchi di un ufficio postale e i suoi ministri falliti –cazzate.
Tutte le novità positive nascoste dietro agli angoli –sembra che siamo finiti in un mondo tondo, senza angoli di merda da cui spunta, che ne so, una bella bambina da pensare: quando sarà grande e io sarò vecchio e sposato, lei sarà la mia amante. Kark Mode, il geniale eroe di una banda di postini, con una moglie bella e innamorata, un appartamento in affitto in periferia e un’amante di 12 anni. E una Moretti di merda finita.
Adesso Kark Mode deve andare, ne stapperà un’altra in macchina che è depresso. Dicono sia bravo a parlare con i vecchi e ad accompagnarli allo sportello, dove Steven Bent, da dietro il vetro, gli fa credere ogni volta che lo adora, per la sua faccia tosta che studierai tutto il giorno per essere così naturale, e poi Tyler Quine incassa e divide –ore diviso giorni –minuti diviso ore –secondi diviso minuti.
Provate a farlo mentre eclissate dimenticati affanculo. È sempre uno zero virgola.
Mr. Tan-Min
domenica
Due ragni qualunque
Eravamo io e quest’uomo
in Arizona
durante l’ondata di caldo dell’estate 1974,
l’estate in cui tutte le piscine nello State erano state vuotate,
più o meno come la nostra fiducia nell’uomo
l’uomo che spiava sapendo che lo stavano facendo con lui.
In Arizona.
Mi stava raccontando i suoi perché
E avevo orecchie roventi
quando paura e delirio,
Paura e Delirio,
si presentano come Scorpione e Linea Rossa
sul mio sentiero Apache.
Mi stava giusto dicendo come,
quando ecco il sole
sorgere di nuovo.
Yahaaahh maaaaan!
Yahoooo Red Light
Red Light maaaaan!
Fu questo ciò che dissi
perché era questo ciò che vedevo.
In Arizona, man.
Estate 1974.
Erano paura e delirio,
Paura e Delirio,
a presentarsi da quelle parti
non due ragni qualunque,
presenze floreali,
o il nostro Signore.
Yehaaaahh maaaaan!
Come on with me!
Eravamo quest’uomo sudato ed io
a parlare dei nostri affari,
di come il mio lavoro completasse il suo.
E=mc² dissi
all’uomo grondante di sudore
che non si era tolto la camicia
Lontano dal sentiero Apache
le piscine traboccavano di orecchie roventi
E Scorpione e Red Line ne bruciavano altre
sapendo che noi stavamo facendo lo stesso.
Maurice Schorr
in Arizona
durante l’ondata di caldo dell’estate 1974,
l’estate in cui tutte le piscine nello State erano state vuotate,
più o meno come la nostra fiducia nell’uomo
l’uomo che spiava sapendo che lo stavano facendo con lui.
In Arizona.
Mi stava raccontando i suoi perché
E avevo orecchie roventi
quando paura e delirio,
Paura e Delirio,
si presentano come Scorpione e Linea Rossa
sul mio sentiero Apache.
Mi stava giusto dicendo come,
quando ecco il sole
sorgere di nuovo.
Yahaaahh maaaaan!
Yahoooo Red Light
Red Light maaaaan!
Fu questo ciò che dissi
perché era questo ciò che vedevo.
In Arizona, man.
Estate 1974.
Erano paura e delirio,
Paura e Delirio,
a presentarsi da quelle parti
non due ragni qualunque,
presenze floreali,
o il nostro Signore.
Yehaaaahh maaaaan!
Come on with me!
Eravamo quest’uomo sudato ed io
a parlare dei nostri affari,
di come il mio lavoro completasse il suo.
E=mc² dissi
all’uomo grondante di sudore
che non si era tolto la camicia
Lontano dal sentiero Apache
le piscine traboccavano di orecchie roventi
E Scorpione e Red Line ne bruciavano altre
sapendo che noi stavamo facendo lo stesso.
Maurice Schorr
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