venerdì

Se le cose sembrano andar meglio
c'è qualcosa di cui non stiamo tenendo conto.

Marin Faliero

martedì

Lime in the cookies

-Metti il lime nei biscotti.
-Il lime nei biscotti?
Venerdì mattina ponte festivo d’autunno scuole supermercati chiusi luce diffusa in cucina.
Al centro della cucina si allunga un piano su cui Jeffrey e Malcolm stanno preparando la colazione.
Entrambi ancora vestiti con il pigiama autunnale profumato di bucato.
Jeffrey si passa una mano nei capelli neri e annodati, si stropiccia l’occhio destro e guarda il fratello che sta giocherellando con la sua tazza.
- Quella è la mia tazza. Allora ce lo metti il lime nei biscotti?
- Lo so che è la tua tazza.
Sopra al pigiama Malcolm porta un maglione di cotone a maglie larghe color grigio scuro che sembra molto morbido, di almeno due taglie più grande. Sta seduto su uno sgabello di metallo alto con l’imbottitura bordeaux, lo sguardo fisso sulla tazza della sorella.
- Malcolm, il lime.
- Non so dov’è.
Fa girare la tazza con una mano, passa qualche secondo
- Vuoi davvero mettere il lime sui biscotti?
- Malcolm stai mentendo lo sai dov’è il lime.
- Non mi piace il lime perché vuoi mettere il lime sui biscotti
- Non SUI biscotti, NEI biscotti.
- Perché cosa cambia?
- Non lo so, qualcosa credo.
Parlando, Jeffrey si è lasciata incantare dalle dita del fratello che corrono sulla sua tazza. La guarda fare un giro, due giri, si dimentica di cosa stava dicendo. Si scuote, perplessa di come il fratello sia ebete.
- Malcolm!
- Cosa?
- è un testo di una canzone, dice di mettere del lime nei biscotti.
- Ah.
Lascia che la tazza finisca di girare facendo il bordo con le mani. Alza la testa e guarda la sorella solo con l’occhio sinistro socchiuso. Poi china la testa, si sfrega il palmo della mano sinistra contro l’occhio, la fa scendere stirandosi la guancia e infine la nasconde al caldo tra il sedere e l’imbottitura bordeaux dello sgabello. Si mette a fissare il bordo della tavola.
- E’ quella canzone che ascoltavate ieri tu e la mamma?
Alza la testa senza muovere il collo, ma apre tutti e due gli occhi il minimo indispensabile per vedere la reazione della sorella.
- Jeffrey, non dice lime in the cookies, ma lime in the coconut.
- Non è vero stai mentendo.
Jeffrey si spinge avanti sul bordo del suo sgabello, allunga i gomiti sul tavolo con le mani unite e si china verso la sua tazza tenendo gli occhi fissi in quelli di Malcolm.
- Non sto mentendo,l’avrò sentita almeno dieci volte in macchina con i genitori di Pat. E’ anche il titolo della canzone.
- Pat?
- Jeffrey!?
- Cosa?
- Coconut, cosa!?
- Sei maligno Malcolm.
- Parla di una donna che beve il lime da una noce di cocco, ma che poi ha bisogno di un dottore perché ha avuto una congestione o qualcosa del genere e alla fine dice a suo marito di svegliarla al mattino, ma visto che non si fida di lui inizia a strillare “un dottore un dottore” e tutte le persone che la sentono si chiedono cosa le sarà successo. Allora inizia a spargersi la voce che questa donna ha messo del lime in una noce di cocco.
Silenzio passa qualche secondo
- E’ solo perché tu sei al secondo anno di inglese che riesci a capire meglio queste cose, solo per questo.
- Certo, l’anno prossimo anche tu.
Senza smettere di fissarlo Jeffrey inclina la testa dalla parte della spalla sinistra, ma non dice niente.
- Perché mi guardi come un fenomeno della natura?
- E non ti ha fatto venire voglia di provarci?
Malcolm sposta lo sguardo sul pentolino del latte, si spinge indietro puntando i piedi contro il tavolo, toglie la mano sinistra dal suo rifugio e prende la tazza della sorella. Poi scende dallo sgabello con un salto.
- Sono uscito dall’infanzia Jeffrey.
Lei tira indietro le mani, si risolleva e inarca la schiena distendendo le spalle. Inizia un esercizio di retroversione addominale trattenendo il respiro per dieci secondi durante i quali fissa l’imbottitura della sedia di Malcolm riprendere la propria forma normale. Prova un attimo di disgusto nel percepire il peso fisico di suo fratello. Forse anche per mancanza di ossigeno. Sbuffa fuori l’aria e si gira per osservarlo alle prese col pentolino del latte.
- Dovresti smetterla di farmi pesare che sei nato un anno prima di me Malcolm.
- Un anno e cinque giorni
- Ti stai versando il latte nella mia tazza
- Sono stanco di vedermi trottolare dentro all’abisso.
- Cosa stai dicendo
- Non lo so, era una frase scritta nel bagno dell’autogrill.
- Sembra forte
- Già. E’ comodo far impressione sugli altri.
Venerdì mattina ponte festivo d’autunno scuole supermercati chiusi luce diffusa in cucina. Al centro della cucina Malcolm ha iniziato a fare colazione.

Rh+

venerdì

Linea Spark

Sieronegativo,nella mia vita sono stato lontano da pere e ricchioni.
Ce ne era uno,mi chiamava spesso.Diceva di volermi.Una notte mi chiamò era ubriaco,io già dormivo:
-Vengo da te..
-Vai a letto checca.
-Dai solo un assaggino,per farove!
-Sei morto bastardo non farti piu sentire,o....cazzo ti ammazzo.
Un mese dopo,squillò il telefono.Guardai la sveglia..
-Chi cazzo è-sussurrai-Pronto?
Voce da uomo:-Vengo da te..
-No vengo io da te!Esclamai.
-Sul serio???
-Certo,porto un mio amico,dice di chiamarsi Arnold.
-Lo sapevo,sei un maialone,ho occhio per queste cose!Disse.
-Allora arriviamo.
-Vi aspetto...mmm...
Il fatto che il mio amico Arnold arrecasse sul fianco la scritta Desert Eagle 5.0 mi era sfuggito.
3kg di peso,impugnatura antiscivolo,bilanciatura perfetta,lucido e carico...come sempre.
Diedi un sorso a qualcosa e schizzai in macchina.
Non chiamateli "raptus di follia" quando si uccide apparentemente senza motivo: c'è SEMPRE un motivo.

Roy Keane

martedì

-Mio zio ha violato la mia verginità anale con una bottiglia d'acqua.
-Spero fosse da mezzo litro.

giovedì

Fly silk e pil

La lotta con le zanzare è impari, ne schiacci una e ne spunta fuori un'altra, la stessa di prima, reincarnata, nessuna della sua famiglia è in lutto, e poi non ha famiglia, lei, ma solo il tuo sangue da succhiare.
Battaglia dopo battaglia.
Splat, presa, fanculo, l'intonaco del muro mostra la refurtiva: poltiglia di mosquito, e sangue mio.

Rum